venerdì 20 luglio 2012

Una visita al museo Don Mazza Verona

Nel centro di Verona (via Don Nicola Mazza, 14) sorge l’Istituto Femminile Don Mazza, nato nella prima metà dell’800 come casa di accoglienza per ragazze provenienti da famiglie disagiate. Alle ragazze veniva insegnato a leggere, scrivere e fare di conto, qualche nozione di medicina pratica e poi venivano preparate per diventare artigiane del tessile: si partiva con la coltivazione dei bachi da seta, si arrivava alla produzione e tintura di filati di seta con la quale poi si confezionavano fiori finti e ricami meravigliosi!
Il museo è all'apparenza minuscolo, ma merita una visita dettagliata perché è ricchissimo di capolavori da osservare con la lente di ingrandimento (messa a disposizione dei visitatori): un punto pittura che sembra davvero dipinto, con sfumature, giochi di luci e ombre, lucentezza e opacità… 
 Questo ricamo veniva eseguito dalle ricamatrici su tessuto sul quale erano riportati solo i contorni delle figure, mentre la “tridimensionalità” veniva creata con immensa bravura seguendo i disegni (spesso dipinti su tela) eseguiti da affermati artisti locali.


Le figure ricamate sono molto spesso estremamente complesse (una coppia a cavallo, una lepre catturata in una trappola…), per ciascuna di esse viene proposto il dipinto e l’esecuzione ricamata e ci si stupisce di cosa sia possibile fare con l’ago e un filo (sottilissimo) di seta! Si dice che Don Mazza in persona si prendesse l’onere di verificare che nei ricami non ci fossero fili posizionati in maniera scorretta: in questo caso, tagliava il filo “incriminato” e faceva rieseguire il lavoro perché anche un solo filo posizionato male poteva compromettere l’effetto finale del ricamo. Con questa tecnica è stato eseguito il famoso Paramento di Don Mazza, oggi conservato ai Musei Vaticani, donato da Don Mazza alla corte imperiale di Praga e, da qui, inviato come dono al Papa Pio IX. Del paramento sono visibili i disegni a colori e alcune delle tavole che sono servite come “guida” per ricamare le figure, alcune di queste tavole sono esposte nella sala dedicata al ricamo, altre nella cappella dell’Istituto. Nella sala del ricamo sono anche esposte alcune campionature ricamate e le matassine di filo di seta utilizzate per la realizzazione dell’opera che ha richiesto per 15 anni il lavoro di almeno una quindicina di ricamatrici. Queste ricamatrici hanno “lasciato il segno”, oltre che nel ricamo, anche sul retro delle tavole a cui si sono ispirate: infatti il retro delle tavole riporta i loro nomi, alcune date e, a volte, delle frasi…


Pur essendo il Paramento l’oggetto “centrale”, la sala del ricamo contiene altri pezzi davvero notevoli, tra i quali vale senz’altro la pena segnalare i ricami in bianco su tulle, alcuni fazzoletti da sposa riccamente ricamati a retini microscopici, esempi di ricamo in oro nei quali perfino il tessuto di fondo è interamente ricoperto dal ricamo, un sampler a punto croce esposto in modo da vedere anche il retro, eseguito tutto a quadratini e con la “firma” della ricamatrice eseguita con una serie di retini microscopici (occhio algerino) lavorati su un solo filo di tessuto.


Nella stessa sala c’è poi una intera vetrina dedicata ai fiori di seta, tanto belli da sembrare veri mentre un angolo illustra la coltivazione dei bachi da seta e la produzione della seta.
Siamo quindi passate in una seconda stanza, nella quale due vetrinette mettevano in mostra una quantità e varietà incredibile di oggetti (ferri da stiro, fuselli, una macchina da cucire che sembra un giocattolo...) e lavori (essenzialmente campionature di ricami, pizzi a fuselli, a macramè e uncinetto ed un lunghissimo sampler dedicato ai punti della maglia)!

Presso il museo è possibile acquistare la bellissima pubblicazione "Il paramento Don Mazza" che illustra nel dettaglio la storia dell’Istituto, la lavorazione della seta e la storia completa del paramento, con una grande ricchezza di immagini.
 La visita al Museo si effettua su appuntamento. Informazioni sull'Istituto, sul fondatore, sul museo e sulle attività in corso.

NOTA I ricami fotografati in questa pagina sono stati gentilmente messi a disposizione da Italian Needlework

7 commenti:

  1. Molto interessanate! Grazie per questa informazione. Ciao
    Monica

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  2. Ho visitato queto museo e come dici tu piccolo ma molto ricco ed interessante, sicuramente da vedere, il libro " Il paramento Don Mazza" è nella mia biblioteca.
    Ottima segnalazione.
    grazie Silvana

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  3. Sembrano quasi incredibili la maestria e la finezza di queste ricamatrici. Grazie per questa informazione.

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  4. Davvero una segnalazione interessante!
    Sono nuova da queste parti, e sono molto colpita dalla varietà di punti ricamo proposti. Vi ho trovate appunto cercando approfondimenti sul punto Caterina De' Medici... sapete dirmi come posso reperire i libri di Giuseppa Federici, e la tela buratto per cimentarmi in questa affascinante tecnica? Vi ringrazio!

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    1. Ciao Federica. Grazie per il tuo interesse.
      Puoi contattare Giusy Federici con una email a questo indirizzo: assoricamo.jesi@libero.it.
      Se non sei una frequentatrice di mostre e fiere dedicate al ricamo (a proposito dove abiti?) l'unica possibilità è comprare la tela buratto su internet.
      Prova da
      Fil Mec (http://www.fil-mec.com/),
      Merceria Bergamasco (http://www.bergamascomerceria.it/),
      Tombolo e Disegni (http://www.tombolodisegni.it/),
      Casa Cenina (http://www.casacenina.it/)

      ..... a volte viene chiamato "cencio".

      Facci sapere e buon ricamo
      Giovanna

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  5. Grazie infinite Giovanna, sei stata gentilissima! Ora provo a contattare Giusy alla mail che mi hai suggerito, poi vedremo.
    Io abito in provincia di Venezia, a una quindicina di chilometri dalle spiagge di Jesolo, e fin da bambina sono affascinata da tutto ciò che è arte femminile. Alle elementari ci portavano spesso a Venezia, e durante una di queste escursioni abbiamo visitato un museo del ricamo a Murano: mi è rimasto impresso un antico fazzoletto in bisso di lino che una fidanzata ricamò per il futuro sposo con le proprie iniziali, usando al posto del filo i propri capelli. Da allora ho sempre sognato di riuscire un giorno a realizzare qualcosa di tanto prezioso e unico da venire tramandato nel tempo... non mi sono mai strappata i capelli allo scopo, e non ho mai creato nulla di tanto ricercato, ma trovo ugualmente prezioso il piacere che ricavo dal veder nascere dalle mie mani piccoli centri a punto intaglio o bavaglini a punto croce.
    A presto!
    Federica

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    1. Che bella storia la tua!
      Ti ho chiesto dove abitavi nella speranza di darti qualche indicazione utile per poter comprare in un negozio "vero" quello che cercavi, ma no, mi dispiace non ne conosco. C'è qualcuno dei lettori di TuttoRicamo che può essere di aiuto a Federica?

      Ciao e buon ricamo.
      Giovanna

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