mercoledì 30 novembre 2011

Punto Volterra

Il punto di Volterra è un ricamo a fili contati che utilizza il punto scritto. Nel 1907, a Volterra (PI), un sottocomitato delle Industrie Femminili Italiane fondato dietro consiglio di Elisa Ricci e presieduto dalla Marchesa Corinna Ginori Lisci, utilizzò questo punto per produrre dei manufatti ricamati. Fu scelto di eseguire il punto scritto in seta colorata su lino bianco o grezzo. I primi disegni si ispirarono a lavori antichi del XV e XVI secolo visti nelle chiese, case gentilizie, dipinti ed affreschi. Fra questi ultimi il bordo di una camicia che orna una figura di Raffaello a Firenze, una borsa pendente al fianco di una donna dipinta nell'affresco della Cappella della Croce di Volterra. Altri motivi furono ispirati da quadri del British Museum di Londra.
Le Industrie Femminili di Volterra cessarono ogni attività allo scoppiare della I guerra mondiale per la mancanza di mano d'opera e la difficoltà a reperire e l'alto costo della materia prima, la seta tramone.
Il punto Volterrano è stato reinterpretato agli inizi del XXI secolo da Antonietta Monzo Menossi che propone un ricamo eseguito su tele a trama larga ricamate a punto scritto in nero. L'interno del motivo è riempito utilizzando il punto piatto in oro od a colori.

Libri
NOTA Immagine tratta dal libro "Volterrano 2006" di Antonietta Monzo Menossi.

5 commenti:

  1. La seta tramone non l'avevo mai sentita, che cos'è?

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  2. Sinceramente non lo so. Avevo fatto delle ricerche su internet ma non ho trovato nulla. Si fa cenno a questo materiale nell'articolo "Piccole Industrie. Rassegna mensile illustrata, Anno I, N. 9, 1 novembre 1927-VI, pg.37" che il "segugio" Bianca Rosa Bellomo, studiosa di Elisa Ricci, gentilmente mi ha dato per scrivere l'articolo per TuttoRicamo... forse il nome "toscano" per un tipo di seta?

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  3. Per ora solo un primo cenno, poi approfondirò:

    Davide Bertolotti, Descrizione di Torino, 1840
    pag. 337

    Possiede il Piemonte pel torcimento delle sete di I (primo) filo in organzino circa 140 filatoi (che meglio direbbonsi torcitoi), quasi tutti messi in moto da macchine idrauliche: l'impiego della forza viva e non costosa dell'acqua è uno dei loro grandi vantaggi. Possiede poi un numero proporzionato di altri opifici giranti a mano, e chiamati macine o rocche, destinati alla torcitura delle sete di II (secondo) filo e di altri filati serici in
    trame, tramone, rondolette, ecc. ecc.
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    leggo che le "rondolette" sono sete da cucire
    leggo anche che "trame" è filato di seta senza (molta)torsione

    con un po' di fantasia e per affinità forse si capisce cosa vuol dire "tramone": un filato di seta non troppo ritorto (forse un po' più grosso delle "trame") con cui eseguire il punto scritto.

    Bianca Rosa

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  4. Bisognerebbe guardare qualche libro sulla "torcitura" della seta. Non ho capito benissimo ma la qualità del filato, ho letto, deriva dalla "differente" torcitura.
    Tra le varie descrizioni, più o meno coerenti, mi pare, fino ad ora, di aver dedotto che nel "tramone" si aggiunge un filo "grosso" al filo della "trama". Le "trame" derivano da particolare torcitura.

    Bianca Rosa

    Per ora è tutto. Sempre bello imparare qualcosa.

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  5. Vero, molto bello imparare..... E' la passione che spinge alla ricerca che poi diventa conoscenza.
    Grazie.

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