Rosalba Pepi insegna
ricamo a Castiglion Fiorentino (AR) dove ha fondato la scuola “il LaboratorioTessile di Alice”. Ama studiare i vecchi ricami che
ripropone in chiave moderna. Tra le varie tecniche di ricamo che ha studiato ed
approfondito c’è il Trapunto fiorentino.
Come ti sei avvicinata a questa tecnica?
Mi sono
avvicinata al ricamo “Trapunto fiorentino” con molta curiosità, l’idea del
ricamo a rilievo mi affascinava ed apriva altre possibilità oltre la
bidimensionalità con la quale ero solita confrontarmi; pensavo di utilizzare
questa tecnica per realizzare ricami innovativi, invece mi ha conquistato la
sua storia, il modo più antico di essere ricamata, la tecnica medievale
rappresentata in modo sublime dalle “Coltri Guicciardini”.
Parlaci di
questi manufatti medioevali e di cosa caratterizza questa tecnica?
Queste due
coperte sono state ricamate alla fine del 1300 da ricamatori siciliani e da
allora appartenute alla famiglia fiorentina Guicciardini, fino alla fine
dell’’800 e inizio ‘900, quando sono state vendute, una al Museo V&A di
Londra e l’altra al Museo Nazionale del Bargello a Firenze dove tuttora sono conservate.
L’origine è
quindi siciliana quando i laboratori di questa regione i “TIRAZ”, erano il
centro di produzione di ricami più importante del mediterraneo, raccoglievano
influenza e manodopera dall’oriente e i sovrani vi commissionavano i lavori più
preziosi.
Questa
tecnica, comune anche ad altri paesi del bacino del mediterraneo, prevede
l’imbottitura del decoro ed ottiene la duplice funzione di decorare in rilievo
e tenere caldo. Questo è anche il motivo del suo successo in Europa dove il
clima è anche più rigido; così ritroviamo la lavorazione del trapunto nei
secoli successivi, non solo per le coperte ma anche per l’abbigliamento, sia
maschile che femminile.
Per le
“Coltri Guicciardini” sono stati utilizzati due tipi di filo: uno bianco
naturale per il fondo, l’altro marrone in contrasto con il tessuto, per
evidenziare i particolari delle scene.
Infatti
queste coperte oltre al valore decorativo è affidato anche un compito
narrativo: di raccontare ed esaltare le gesta cavalleresche di Tristano, identificandolo
con un personaggio della famiglia Guicciardini. Così attraverso varie scene di
cavalieri, di viaggi e di conquiste la storia ed il mito si confondono, l’amore
contrastato tra Tristano e Isotta si sviluppa attraverso le immagini e le
parole ricamate sulla tela.
I particolari sono estremamente curati pur nella
loro ingenuità, la tecnica esecutiva richiede disegni stilizzati e pochi tratti
di filza colorata rendono in modo realistico un movimento o l’espressione di un
viso; semplici decorazioni servono ad arricchire i finimenti di un cavallo
indicando la nobile origine del suo cavaliere.
da "Ricami Italiani
Antichi e Moderna"
di Elisa Ricci, 1925
|
da "Ricami Italiani
Antichi e Moderna"
di Elisa Ricci, 1925
|
Strategici e
molto decorativi sono i tralci inseriti negli spazi fra una scena e l’altra:
tralci di roselline a sei petali, di quercia o di vite che hanno un motivo
funzionale, di riempimento di spazi vuoti, ed uno simbolico di sentimenti fermi
e cristianità.
La tecnica
esecutiva è un’impuntura che segue le linee del disegno, -filo di lino? marrone-
e tiene insieme due tessuti di lino bianco naturale, all’interno dei quali è
stata inserita della lana che conferisce il caratteristico rilievo alle figure.
Il fondo delle scene è ulteriormente ricamato da una filza in tonalità con il
fondo che, arricciando leggermente il tessuto, esalta la tridimensionalità
dell’intero lavoro.
Ci sono altri manufatti lavorati a
Trapunto fiorentino?
Andando
avanti nel tempo, troviamo ancora esempi di ricami a Trapunto fiorentino, nei
corredi del XX secolo e riguardano soprattutto la biancheria e l’abbigliamento
da casa; colli e polsi di vestaglie da camera, in raso di cotone o seta hanno
avuto larga diffusione tra gli anni ‘50 e ’60, accompagnate da buste
portabiancheria, sempre in seta e preferibilmente colorata in rosa, verde o
celeste, imbottita il più delle volte con lana colorata per differenziare i
colori delle diverse zone ricamate.
Diverse le coperte ricamate nell’ultimo secolo
sempre in seta e con doppio diritto, dove il gioco dell’imbottitura prende
tutto il motivo, scompare la filza di fondo usata nella primitiva tecnica delle
Coltri Guicciardini, l’aspetto è più morbido e lucente, vengono eseguiti
disegni geometrici o floreali in linea con il gusto e i decori del periodo. La
lavorazione di queste trapunte è diffusa nei laboratori intorno a Firenze ed
ampia la loro produzione.
Risale ai
primi del ‘900 il lavoro di Albertina Sampietro Beccari che riprendendo la
tecnica antica, ricamò una famosa coperta in cui sono riprodotti gli
avvenimenti principali della Prima Guerra Mondiale; rifacendosi agli antichi
modelli ha usato questo ricamo per narrare.
da "Ricami Italiani
Antichi e Moderna"
di Elisa Ricci, 1925
|
Parlaci ora
dei risultati delle tue ricerche.
Sono
attratta dall’uso di questa tecnica per narrare. Il linguaggio proprio di
questo ricamo è il bassorilievo, la rappresentazione, con un immediato effetto
comunicativo. Proprio un bassorilievo ligneo trecentesco, “il ciclo dei mesi”
del Portale della Pieve Vecchia di Arezzo, è stato di ispirazione al lavoro,
eseguito dal laboratorio tessile di Alice, che ha portato alla realizzazione di
una serie di 12 cuscini.
A seconda del materiale utilizzato
l’effetto cambia e la possibilità creativa si moltiplica. L’invito a provare la
tecnica del Trapunto fiorentino è un invito ad un recupero culturale ma
soprattutto all’uso di un ricamo libero ed insolito, dove la sensibilità
personale ha grandi spazi di movimento. Nella figura seguente il laboratorio
tessile di Alice interpreta il mese di Novembre, tratto da "Il ciclo dei
mesi"
NOTA: testo
redatto da Rosalba Pepi del Laboratorio Tessile di Alice precedentemente
pubblicato (2006) su TuttoRicamo.com, di cui questo blog è la continuazione.
Libri
- Trapunto fiorentino. Rosalba Pepi, Giunti Demetra 2008
- La “coperta” Guicciardini. Il restauro delle imprese di Tristano. Curatori: Rosanna Caterina Proto Pisani, Marco Ciatti, Susanna Conti, Maria Grazia Vaccari. 2010 Edifir Firenze
- Trapunto e rinascimento fiorentino. Videocorso Lace project
Molto interessante! Rosalba Pepi del resto è sempre una garanzia! Grazie di questa intervista. Piera Pratesi
RispondiElimina